Sintassi è una società di “progettazione d’impresa”, nata nel 1990 su iniziativa del dr. Francesco Balduzzi, specializzata in interventi di ristrutturazione, rilancio e start-up per le imprese ad alto contenuto di immagine e di valore aggiunto, in particolare l’abbigliamento e le calzature.
Tali interventi si svolgono all’interno della struttura organizzativa dell’impresa cliente,
a fianco e/o in sostituzione dell’Imprenditore e/o dell’Alta Direzione e sono finalizzati a:
Sintassi non vende “prodotti di consulenza” confezionati, non fa analisi aziendali con gli indici, non estrapola trend di settore dalle statistiche, ma entra “verticalmente”, a 360 gradi, nell’impresa cliente, e, individuatone il DNA, sviluppa idee, progetti, strategie, per poi presidiare le relative ricadute a livello di obiettivi, piani di intervento e programmi di realizzazione.
Sintassi opera con un approccio progettuale all’Impresa cliente, ed anche quando viene chiamata per l’analisi e la risoluzione degli apparenti problemi del momento, li subordina alla costruzione e al rafforzamento dell’identità dell’Impresa e del suo rapporto con il mercato.
Ove funzionale al progetto, con Sintassi collaborano “a obiettivo” due aree di specialisti, gran parte dei quali già collaudati nei 40 anni di attività dirigenziale e professionale del dr. Francesco Balduzzi:
Sintassi collabora inoltre con istituti finanziari specializzati in operazioni di venture-capital finalizzate ad interventi di acquisizione e/o partecipazione in società ad alto contenuto d’immagine e di valore aggiunto ed operanti nei settori abbigliamento, calzature, pelletteria.
FRANCESCO BALDUZZI: CURRICULUM
Nato a Bressanone (BZ) il 29/9/1942.
Diplomato presso il liceo classico di Trento nel 1961.
Laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano nel 1966.
Socio ordinario certificato APCO (Associazione Nazionale Professionale dei Consulenti di Direzione Aziendale).
Cresciuto professionalmente nel mondo dell’industria dell’abbigliamento e della calzatura e
nell’area culturale dei prodotti di marca ad alto contenuto di immagine e di valore aggiunto.
Nel 1990 ha costituito Sintassi, per offrire la sua esperienza di direzione aziendale agli Imprenditori che
sentono il bisogno di una collaborazione ad alto livello, sia per monitorare l’andamento
dell’impresa e il suo rapporto con il mercato, sia per impostare e realizzare progetti di sviluppo nel
contesto di uno scenario in divenire, che, proprio in quanto caratterizzato dal cambiamento, richiede di:
operare con mentalità progettuale per la definizione e il raggiungimento degli obiettivi;
rafforzare e sviluppare all’interno di questo contesto, l’identità e l’immagine
d’Impresa.
Esperienze aziendali precedenti:
1987/1990 EL CHARRO (Sig. Marcello Murzilli)
Jeans/accessori/calzature/licensing – Roma/Milano
Amministratore Unico
1985/1987 FILA (Dr. Cesare Romiti, Ing. Demetrio Corradi)
Activewear/calzature/licensing – Biella
Direttore Generale Worldwide
1981/1985 FIORUCCI – Milano (Sig. Luciano Benetton, Sig.
Elio Fiorucci)
Jeans/abbigliamento/licensing/innovazione – Milano
Direttore Generale
1978/1981 SELEFIN/COIN (Dr. Piergiorgio Coin, Dr. Carlo Ciani)
Grande distribuzione – Venezia
Responsabile Sviluppo
1973/1978 LEE COOPER (Mr. Pierre Pouillot)
Jeans/sportswear – Milano/Amiens
Direttore Generale Italia
1966/1973 GUIDO RUGGERI – Milano (Sig. Guido Ruggeri)
Capispalla femminili
Direttore Marketing
Assisi (PG)
2010 – 2013
Società umbra (>WEDO srl), espressione di un gruppo industriale
con esperienza ventennale nel jeanswear, costituita per produrre e distribuire nel mondo il marchio Care label, sotto licenza di We Care
srl, la società nata dall’incontro del designer Leopoldo Durante con Lapo Elkann.
A Sintassi è stata affidata la direzione dell’intero progetto di sviluppo del marchio, sia a
livello delle attività di distribuzione, ricerca/sviluppo, produzione ed economico/finanziarie di We Do
srl, sia a livello del coordinamento dei vari attori societari ed individuali che operano intorno al marchio.
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FINANZA E VENTURE CAPITAL
Consulenze e collaborazioni con:
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Consulenza per il consolidamento sul mercato italiano e lo sviluppo sui mercati dell’Europa orientale di marchi distribuiti da Interga in esclusiva:
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Intervento XI Convegno Internazionale Ethical Fashion - Moda critica - Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano - 7/8 Maggio 2009
Da Obama in poi, tutti i media e, con loro, gli operatori del fashion system, parlano di un nuovo atteggiamento
di fronte ai consumi: etico, critico, responsabile, sostenibile, ecologico, biologico, equo, solidale, di
riciclo, perfino di vintage.
Bastano semplici nozioni di matematica (il calcolo combinatorio conta i 10 elementi di sopra, presi in tutte le
loro varie “combinazioni semplici” possibili) per concludere che a pubblicitari e comunicatori
vengono offerte ben 1.023 diverse possibilità di scegliere la propria “nomenclatura”e
personalizzare così la propria immagine e il proprio posizionamento virtuale sui mercati.
E, parimenti, quasi tutti i marchi di abbigliamento, particolarmente in Italia, infilano nelle collezioni 5/6
articoli o mini-offerte composte da pochi articoli che si richiamano alle varie declinazioni del calcolo
combinatorio di cui sopra, con la sola evidente “strategia”di buttare il sasso nello stagno e vedere
cosa succederà.
D’altro canto, sul versante della moda, da un lato il fast fashion mondiale sembra tuttora imperare e
dall’altro il “Made in Italy” riesce comunque a contenere le perdite di quote di mercato, con
il suo mix ormai consolidato di “prime linee design” degli stilisti e di “seconde/terze
linee”e marchi costruiti sulla capacità di intercettare le “tendenze”e poi farle
piovere dall’alto sui mercati mondiali.
Ma questo modello sarà ancora vincente in futuro? E come sarà declinabile con questi “nuovi
valori”di etica e critica, che, diciamolo pure, almeno al momento, sono così “poco di
moda”tra gli italiani?
E resteranno ancorati ad un consumo fortemente “ideologico”e quindi di super-nicchia o diventeranno
vero “mercato”?
L’intervento di Sintassi si propone di dare un contributo per individuare lo scenario futuro, incrociando la verifica “sul campo”di segnali provenienti da qualche case history significativo, con considerazioni di fondo sulle problematiche di linguaggio, di marketing e di gestione economico-finanziaria degli operatori del fashion system.
Dalla Francia: L’approccio ideologico storico di ARTISANS du MONDE, il linguaggio contemporaneo e fashion
di EKYOG.
Dai Paesi Bassi: il leader europeo del jeanswear ecosostenibile KUYICHI.
Dalla Svizzera: gli accessori riciclati di FREITAG, ormai diventati un Must del fashion system e fonte di
“ispirazione”per stilisti e marchi, celebrati e non.
Dagli USA: Il leader mondiale della “Responsabilità sociale”nel cotone, AMERICAN APPAREL e
l’esperimento di COCA COLA con WALMART con le t-shirt in plastica riciclata (PET) mista a cotone
organico.
Dalla grande distribuzione europea: la linea in cotone biologico “Eco Warning”di ZARA, i jeans in
cotone organico delle COOP.
Dall’Italia: tante iniziative da sasso nello stagno o peggio, e rare di apparente portata strategica.
Alcuni esempi: i jeans di LifeGate, YOOXYGEN, il nuovo ECO-mmerce di Yoox con gli accessori artistici di Carmina
Campus e l’abbigliamento ECO-FASHION, gli accordi di Salewa e di Miroglio con INGEO, la fibra ricavata
dagli zuccheri del mais.
Dalle manifestazioni fieristiche: i casi controversi di ETHICAL FASHION di Parigi, la sezione ETHICAL del WHITE
di Milano e le due iniziative “Fast Fashion”dei saloni Link.it di Bologna e Link.fr di Parigi.
L’attuale recessione rappresenta una grossa opportunità conoscitiva, perché accentua le
modifiche comportamentali nel passaggio epocale dal consumatore di prodotti e emozioni (ieri/oggi), al
consumatore di relazioni, abitante consapevole del pianeta (oggi/domani).
Attraverso la “crisi”, anche gli operatori più conservativi sono messi in condizione di
capire che il problema non è quello di “far ripartire i consumi”, che non ripartiranno mai
più nel modo di prima, ma quello di adeguare le imprese, le strategie e le relazioni aziendali ai
cambiamenti già in atto.
La moda, paradossalmente, nonostante la sua capacità spesso anticipatoria delle tendenze sociali,
è piazzata peggio di altri settori per cogliere questa onda lunga, per questioni di fondo legate al
linguaggio che si è costruita negli ultimi 30 anni (overdose di immagine, ossessione della novità,
concetto di esclusività), all’abitudine a “correre da sola”, ai stessi suoi ritmi di
obsolescenza forzata dei prodotti e delle immagini.
Però può farcela (in Italia Spagna e Grecia in tempi più lunghi che in USA, Nord Europa e
Francia) purché rinunci a “cavalcare” strumentalmente i nuovi valori comportamentali e sappia
riflettere sui suoi paradigmi: linguaggi, ritmi (Slow Wear invece di Fast Fashion?), prezzi, margini.
D’altra parte non ci sono alternative: la moda “non etica, non critica, non responsabile”, va
incontro, in ogni caso, a tempi ben più duri e cioè ad un mercato mondiale fortemente decrescente,
sia per cause economiche generali, sia per le modifiche strutturali nei modelli di vita e nei comportamenti di
acquisto.
SINTASSI s.a.s.
Società in accomandita semplice di S. e M. Balduzzi e C.
Sede legale Via Plinio 42, 20129 Milano
Sede operativa Via Fratelli Bressan 14, 20126 Milano
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